di Maryse Eva Amram
Con questo scritto sul Metodo dell’Autosuggestione Cosciente terminiamo il viaggio dedicato ad Emile Coué.
Nel suo breve trattato “La Maîtrise de soi-même par l’autosuggestion consciente” (La padronanza di se stessi per mezzo dell’autosuggestione cosciente) l’Autore raccoglie la summa del proprio
pensiero.
Ancora oggi gli insegnamenti di Coué sono di grande attualità e la predetta opera viene da sempre ristampata e divulgata in più edizioni, non soltanto in Francia ma anche in tutti quei Paesi che
hanno potuto, direttamente o indirettamente, beneficiare dei suoi insegnamenti.
Ricordiamo che la pratica terapeutica di Emile Coué ha come obiettivo principale quello di aiutare ogni Persona ad osteggiare i propri pensieri negativi.
Come la mano sicura del cavaliere conduce al passo il proprio cavallo e ne domina l’impeto, così il metodo dell’autosuggestione cosciente guida e domina l’immaginazione.
La dottrina poggia su quattro concetti fondamentali :
1. quando l’immaginazione e la volontà sono in conflitto, è sempre l’immaginazione a trascinare la seconda, senza alcuna eccezione;
2. nel conflitto tra volontà e immaginazione, la forza dell’immaginazione è in ragione diretta del quadrato della volontà;
3. quando volontà e immaginazione sono in accordo, l’una non si aggiunge all’altra, ma si moltiplica all’altra;
4. l’immaginazione può essere guidata.
Coué precisa che le espressioni sopra riportate, “in ragione diretta del quadrato della volontà” e “si moltiplica”, non sono da considerarsi come quantità esatte ma soltanto come forme esplicative
del suo pensiero.
Ed aggiunge: “… Per suggestionare sé stessi, occorre mettere da parte la volontà e rivolgersi unicamente all’immaginazione, per evitare la lotta tra queste due forze da cui la volontà ne uscirebbe
sconfitta.” [Emile Coué, Paris 1935]
È lo stesso Coué a ricordare come già per gli Stoici la facoltà immaginativa rivestisse particolare importanza: furono loro ad insegnare ai discepoli di non dire mai “non voglio soffrire”, ma il più
fermo e responsabile ‘non soffro’.
Il metodo dell’autosuggestione cosciente rappresenta dunque uno strumento che tutti noi possediamo sin dalla nascita e a cui ricorriamo, spesso in maniera non consapevole, durante tutto l’arco della
vita.
Ma come ogni strumento, per ottenere i migliori benefici occorre apprenderne l’uso corretto.
La chiarezza espositiva del suo trattato consente al lettore l’immediato apprendimento della tecnica: in esso vengono fornite ai Terapeuti, a tutti coloro che oggi possiamo definire ‘Operatori della
salute’ e agli stessi Pazienti, le linee guida fondamentali per conseguire un miglior stato di benessere psicofisico.
Così Coué scrive:
“Tutte le mattine al risveglio e tutte le sere, non appena coricati, chiudere gli occhi e, senza cercare di fissare la propria attenzione su ciò che si dice, pronunciare, abbastanza forte per udire
le proprie parole e contando su una cordicella munita di venti annodature, la seguente frase: ‘Tutti i giorni, sotto tutti i punti di vista, vado di meglio in meglio’. Le parole “sotto tutti i punti
di vista” poiché si indirizzano verso tutto, risulta inutile fare autosuggestioni specifiche.
Fare questa autosuggestione nel modo più semplice, più infantile, più automatico possibile, senza alcuno sforzo. In una parola, la frase dovrà essere ripetuta con la tonalità che si utilizza nel
recitare delle litanie.
In questo modo, si riesce a convogliarla macchinalmente nell’inconscio tramite l’udito e quando essa vi è penetrata, agisce. Seguire tutta la vita questo metodo che è sia preventiva che curativa.
Inoltre, ogni volta che, nel corso della giornata o della notte, si avverte una sofferenza fisica o morale, affermare immediatamente a se stessi che la si farà scomparire, dopo di che isolatevi più
possibile, chiudete gli occhi e, passandovi la mano sulla fronte, se trattasi di uno stato d’animo, o sulla parte dolente se si tratta di qualcosa di fisico, ripetete molto velocemente con le labbra,
le parole: Passa, passa, ecc, ecc” tanto a lungo quanto necessario. Con un po’ di abitudine si riesce a far sparire il dolore psichico o fisico dopo 20 a 25 secondi. Ricominciate ogni volta che ve ne
sia il bisogno….” [ Emile Coué, 1935] . È lo stesso Autore ad evidenziare in neretto alcune parti del suo trattato, al fine di darne maggiore importanza.
Il metodo si prefigura olistico nel momento in cui prende in considerazione le due unità fondamentali di ogni essere umano, quella somatica e quella psichica. Come precisa lo stesso Autore, non va
assolutamente a sostituire il trattamento medico specifico ma ne rappresenta unicamente un prezioso e valido ausilio.
Coué, instancabile ‘apostolo del benessere’, sordo alle preghiere di sua moglie Lucie di ridurre le ore dedicate al lavoro ed ai propri Pazienti, oberato di impegni in tutta Europa per le numerose
conferenze a cui veniva invitato, spesso incurante della propria salute, all’età di 69 anni contrae una affezione polmonare diagnosticata come polmonite.
In seguito a questo episodio muore il 2 luglio 1926, a Nancy, nella sua abitazione in via Jeanne – d’Arc, circondato dall’affetto della famiglia.
Lascia in eredità ai discepoli non soltanto i suoi preziosi insegnamenti pratici ma anche la sua dedizione disinteressata al bene dei Pazienti.
Desidero concludere questi scritti dedicati alla figura di Emile Coué, riportando una frase dell’Autore che dimostra come la sua vita e la sua attività siano sempre state segnate da saggezza,
responsabilità ed umiltà:
‘Noi siamo ciò che facciamo di noi stessi e non cio’ che la sorte ci fa”
Autosuggestione per guarire
Emile Coué
Libro - Pagg. 127 - 12x16 - BIS Edizioni